Sam..., Nightmare!!!!

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Hao
view post Posted on 12/7/2006, 14:55




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In un malfamato quartiere di una piccola città, viveva un comune ragazzo di 16 anni, Sam. Una strana esistenza, scandita da un’oscura percezione della normalità e dalla sua unica passione: l’incubo…

I secondi, i minuti e le ore, sembrarono essersi fermati, nella camera tutto era avvolto dal silenzio, rotto solo qua e la dal ticchettio dei tasti del vecchio computer. Sul volto del ragazzo un semplice riflesso, quello della luce del monitor, Sam infatti era intento a fare ricerche nella rete, immerso in un profondo stato di concentrazione. Una sensazione si fece largo nell’mente del giovane, come se qualcuno lo stesse osservando, come se una presenza o un qualcosa gli stesse accanto…
Scostò leggermente lo sguardo verso destra, la sua fronte si macchiò di sudore ma quando vide che non vi era nulla si tranquillizzò. Lentamente il cuore smise di battere all’impazzata e tirando un sospiro di sollievo si rimise a guardare il monitor. Un brivido gli gelò il sangue e smise di respirare. Sullo schermo, vide il volto di un ragazzo: le labbra erano tagliate, gli occhi neri ed una pelle come strappata e ricucita in malo modo. Il cuore gli si fermò quando quella bieca figura azzardò dei lemmi quasi impercettibili: “Aiutami Sam….”

Il ragazzo aprì di schianto gli occhi, era mattino. La luce invase la camera e Sam corse verso la porta, come per fuggire, sbattendola dietro di se. Lo schermo del vecchio computer stava ancora visualizzando la schermata del motore di ricerca ma di colpo si spense ed il cursore si mosse ad intermittenza. Lentamente. comparve una scritta: Continua…

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Un ragazzo chiuso in se stesso, disperso in un malinconico stato di abbandono e impaurito dalla realtà. Sam, viveva una situazione famigliare disastrosa: la madre, alcolizzata dalla morte del padre, non si prendeva cura di se stessa e nemmeno del ragazzo….

La luce del computer illuminava la stanza, l’ombra del ragazzo seduto alla scrivania si allungava sul pavimento come in una danza sinuosa. Una sera come tante, Sam immerso nella rete, l’unico momento di serenità in una triste giornata. Stava leggendo un articolo quando di colpo si sentì strano… C’era qualcosa che non andava, cominciò a tossire violentemente e dopo un attimo si rese conto di aver le mani insanguinate. Sullo schermo schizzi di sangue, fu preso dal panico: il cuore batté all’impazzata, il respiro si fece spasmodico. Un violento tonfo accompagnò la caduta del corpo del giovane che cercando la fuga si era lanciato a terra. Dalla bocca uscì un filamento di carne che lentamente gli bloccò il respiro, sgranò gli occhi e cercò di urlare. Nessun grido, solo il silenzio che come in un macabro scenario osservava divertito. Sam, agonizzante, nel tentativo di gridare, sputò una grossa quantità di sangue che, lentamente, formò una parola: eramthgin...

La sveglia suonava all’impazzata quando Sam riaprì gli occhi. Si era addormentato sulla tastiera ed era terribilmente in ritardo. Un po’ provato dalla notte prese una maglia e se ne andò. Lo schermo del vecchio computer di colpo si spense ed il cursore si mosse ad intermittenza. Lentamente. comparve una scritta: Continua…

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Sam, era senza padre da 5 anni, il ragazzo in realtà non aveva mai elaborato il lutto, da quel giorno la sua vita era cambiata. Il genitore fu dichiarato morto dopo mesi di ricerche, infatti scomparve misteriosamente durante una gita nei boschi della regione. Il corpo non fu mai ritrovato….

Quella notte la temperatura era molto alta nella camera, il ragazzo seduto alla scrivania, aveva la fronte leggermente sudata ma nulla l’avrebbe distolto dal suo attimo di piacere. Nella sua mente gli avvenimenti della giornata scorrevano veloci: Jim, il compagno di classe di Sam, aveva fatto una bravata delle sue incendiando il cestino dell’aula. Il fumo aveva fatto scattare gli allarmi anti incendio provocando il caos e Sam ne era rimasto sorprendentemente provato. Un qualcosa si accese in lui, come se la sua parte oscura avesse preso il sopravvento. Con fare deciso uscì dalla camera e si diresse verso la casa di Jim a poco più di 200 metri dalla sua. Di fronte alla finestra del compagno lanciò alcuni sassi sul vetro, il compagno lo vide ed uscì di casa sorridendo. La mano fu veloce e silenziosa: l’afferrò per la gola spingendolo a terra, la testa pestò violentemente sul marciapiede. Sam era sopra di lui, con entrambe le mani teneva la nuca del coetaneo e con violenza la sbatteva a terra. Il sangue iniziò ad allargarsi formando una grossa pozza, al secondo colpo Jim, smise di urlare.ma per Sam non nera finita. La testa lentamente gli si deformò fra le mani, il suo volto sformato dalla rabbia e in quel momento, si sentì per la prima volta, vivo…

D’un tratto un violento rumore, il ragazzo aprì gli occhi, si era addormentato sulla tastiera del vecchio computer. Sam uscì dalla stanza e vide la madre ubriaca che era caduta in cucina spaccando alcuni bicchieri. Quando la porta si chiuse dietro di lui lo schermo del vecchio computer si spense ed il cursore si mosse ad intermittenza. Lentamente. comparve una scritta: Continua…

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Sam non aveva amici, era troppo strano, troppo oscuro. Il suo modo di fare e di comunicare, intimoriva gli altri ragazzi che lo isolavano sempre più, escludendolo dal gruppo. La solitudine, sua unica amica, lo mangiava, facendolo lentamente sparire…

Quella notte, quando il ragazzo accese il computer, la luna era già alta; i raggi di luce penetravano la finestra disegnando strane figure sulla parete. Il silenzio fasciava ogni cosa e tutto era avvolto da una tetra atmosfera dalle lugubri sfumature. La mente di Sam corse all’ultimo ricordo del padre, un violento ceffone nella sua camera accompagnato dal solito insulto: bastardo. Il giovane si rimise a giocare, cercando di dimenticare quando sentì un prurito. Il ghiribizzo della mano destra gli dava fastidio e così la avvicinò al volto per vedere meglio cosa fosse. Le dita erano come rattrappite e se pur con forza non riuscì ad allargarle, le unghie come ingiallite e la pelle grigiastra. Un velocissimo gesto e l’arto pestò violentemente sulla scrivania e senza che Sam potesse nulla, iniziò a muoversi. Il giovane bloccò il respiro e fu preso dal panico ma pur essendosi alzato in piedi non riuscì a staccare il palmo dal tavolo. La mano si mosse ancora e le unghie si spezzarono, il sangue macchiò la scrivania, ma non era finita. Lentamente, con le grida di dolore di Sam, le dita scavarono un lieve solco sulla superficie della scrivania, il sangue velocemente lo riempì e dinnanzi al giovane venne visibile una parola.. Bastardo!!

Riaprendo gli occhi, si ritrovò a dormire sulla tastiera del vecchio computer e visto che era ancora notte fonda si sdraiò nel letto, ancora ansimante e un po’ preso dal panico. Quando si addormentò di nuovo lo schermo del vecchio computer si spense ed il cursore si mosse ad intermittenza. Lentamente. comparve una scritta: Continua…

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La madre di Sam era molto impulsiva, alcune volte presa da momenti di rabbia, picchiava il ragazzo in modo molto duro. Sin dalla tenera età di 5 anni, il giovane, veniva colpito senza nessun timore di fargli male. Solo nel momento in cui sgorgava il sangue, la madre, smetteva la macabra tortura…

Sam, affamato, entrò in casa silenziosamente; i forti dolori allo stomaco gli fecero ricordare che non mangiava da due giorni. Il solo pensiero di tornare in quel luogo ed entrare in cucina per confrontarsi nuovamente con la madre lo intimoriva e decise di correre in camera senza farsi sentire. Il buio abbracciò l’intera stanza, solo la luce del monitor riuscì a bucare quell’oscura coltre che, come a voler nascondere il ragazzo, avvolgeva ogni cosa. Sam ripensò a sua madre e a come lo trattava, a quei momenti paurosi. Una lacrima gli rigò il volto quando si sentì afferrare al collo; cercò di girarsi per capire cosa stesse succedendo e la vide! Sua madre gli strinse la gola con entrambe le mani, nei suoi occhi, quasi completamente chiusi, poté leggere la follia di quel gesto. Scaraventò il giovane per terra e con il peso delle spalle gli schiacciò la trachea, impedendogli di respirare. I rumori si fecero deboli, come se si stessero allontanando, lentamente tutto diventò nero…

Un’ambulanza sfrecciò sulla strada a sirene spiegate e Sam si alzò di scatto dal letto. Questa volta l’incubo passato gli parve ancor più veritiero degli altri e mentre si vestì strofinò le mani sul collo per accertarsi che non vi fossero dei segni. Prese lo zaino e corse a scuola e ancor prima che la porta si chiudesse dietro di lui lo schermo del vecchio computer si spense ed il cursore si mosse ad intermittenza. Lentamente. comparve una scritta: Continua…

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Chi non si ricorda i primi amori, quei momenti in cui ci si sentiva attratti da qualcuno per la prima volta. Per Sam era uguale: un ragazza di nome Alyssa gli aveva rubato il cuore e duranti le lezioni non smetteva mai di fissarla. Come intimorito però, non gli si avvicinava in nessuna occasione…

Erano ormai le 20.00 quando Sam rientrò a casa, tutto era buio e di sua madre nemmeno l’ombra. Si diresse verso la cucina e aprì il frigorifero, prese un birra per poi andare in camera sua. Si mise seduto alla scrivania mentre beveva dalla bottiglia, la mano sinistra corse al power del computer e in un attimo si accese anche lo schermo. Nella sua mente un solo pensiero; Alyssa! Un giorno quasi felice per Sam, finalmente… Ma un tonfo lo distolse da quel momento, un rumore proveniente dal corridoio divise il silenzio. Il giovane appoggiò la birra sulla scrivania e si diresse a vedere e quando aprì la porta, sbiancò! Dinnanzi alla sua camera vi era la porta del bagno aperta e sua madre distesa nella vasca, immersa nel suo stesso sangue. Per terra un coltello da cucina insanguinato, subito dopo vide i polsi squarciati. Si avvicinò trattenendo il respiro guardando quel corpo e quel viso con terrore, una lacrima gli rigò il volto. Allungò una mano per accarezzare il viso della madre quando questa, di colpo, spalancò gli occhi e afferrò con forza il ragazzo trascinandolo a se, l’altra mano corse al coltello, un sorriso gli illuminò il volto mentre le labbra screpolate si mossero: “Muori!!!”

Sam si alzò di scatto dalla sedia, si era addormentato sulla tastiera e la birra si era versata sulla scrivania. Ancora preso dal panico uscì correndo dalla camera. Le porte, quella di camera e di entrata, erano stranamente spalancate ma non ci fece caso. Quando la casa fu vuota lo schermo del vecchio computer si spense ed il cursore si mosse ad intermittenza. Lentamente. comparve una scritta: Continua…
 
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